A settembre nella Casa dei Bambini
Da: Grazia Honegger Fresco, Il quaderno Montessori (estate 1997), Rubrica “star bene a scuola”
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A settembre nella Casa dei Bambini.
Da una lettera di Mario Montessori Sr. a Giuliana Sorge
Sempre più spesso riceviamo lettere e osservazioni da educatrici che ci raccontano preoccupate di situazioni per loro difficili. Ecco quanto ci scrive Rosanna G. di Torino:
Lo scorso anno l'avvio delle attività è stato per me alquanto complesso: avevo un numero preponderante di piccoli intorno ai tre anni, molto inquieti, eccitati, senza alcun interesse per il materiale. La situazione si è progressivamente calmata, grazie anche all'aiuto dei più grandi (quattro-cinque anni) che avevano frequentato in precedenza: molto responsabili, abbastanza tranquilli, spesso si sono occupati spontaneamente di uno più piccolo.
Non so che cosa mi aspetterà quest'anno: avreste qualche suggerimento da darmi?
Avere una classe con gruppi numericamente equilibrati delle tre età è certamente un vantaggio e motivo di buon lavoro per tutti. Attenti in ogni caso a non “usare” i più grandicelli come maestri in miniatura. Se però si tratta di aiuto spontaneo e del tutto disinteressato, niente da dire!
Vale comunque la pena tenere presente anche altri aspetti. Un errore frequente nelle Case dei Bambini è quello di mettere subito a disposizione il materiale sensoriale, quasi sperando in un suo magico effetto, mentre si tratta di un insieme di oggetti che diventano significativi per i bambini solo quando essi abbiano raggiunto un minimo di calma interiore e di concentrazione.
Dunque, da dove cominciare? Le proponiamo parte di una lettera scritta da Mario Montessori Senior a Giuliana Sorge (senza data, ma in risposta a una sua del 27 ottobre 1949) che tocca proprio questo tema:
… La comica, drammatica descrizione dei primi giorni di scuola mi ha fatto rilevare che hanno presentato il materiale fin dal principio. Questo è uno degli errori che abbiamo molto combattuto in India.
Specialmente per i bambini piccoli (che sono più o meno sacrificati in locali ristretti della vita moderna che non dà loro agio di far niente di costruttivo), bisogna cominciare con occupazioni che permettano loro di raggiungere un controllo spontaneo.
Nei primi giorni si dà quello che i bambini sono abituati a fare anche a casa: infilare perline di vetro in un filo, separare per colore perline di differenti colori (1).
Poi, quando tutti sono più o meno occupati e calmi, si invita un gruppetto ad aiutare la maestra in qualche lavoro di vita pratica (spolverare, innaffiare...).
Si alterna questo con qualche canzone, qualche storiella di vita di animali o altra cosa e si seguita così durante le prime due settimane, aumentando il numero dei bambini occupati nella vita pratica, fino a che siano diventati calmi e capaci di controllo.
I lavori di vita pratica devono essere presentati con sempre maggiori particolari, richiamando l'attenzione su uno di essi per volta, come quello di non bagnare quando si lava il piano di un tavolino.
Fin dal principio bisogna presentare le “tre divisioni”:
- cura di se stessi (pettinarsi, lavarsi, lustrare le scarpe ecc.);
- cura dell'ambiente (lustrare metalli, lavare tavolini, spolverare e scopare, dare la cera ai tavoli ecc.) (2);
- buone maniere e controllo di sé (come salutare, come offrire un oggetto, come cedere il passo, come scusarsi prima di passare davanti a una persona, come camminare, come stare diritti ecc.). Per quest'ultimo dettaglio ci si serve degli esercizi sul “filo”.
Quando sono arrivati a un certo controllo, allora si introduce il materiale. A mano a mano che i bambini vanno imparando gli esercizi di vita pratica, le direttive della maestra diminuiscono, le perline da infilare si ritirano (3). Quando si presenta il materiale, la cura di esso va a far parte degli esercizi di vita pratica...
[Nota 1. Queste sono attività che in casa oggi usano assai meno. Si possono utilizzare incastri, puzzles, tombole, messi sugli scaffali a disposizione perché i bambini possano sceglierli e imparare per gradi a rispettarsi, a rimettere a posto, a prendere iniziative. Questi giochi devono essere abbondanti e diversi tra loro. È opportuno in principio tenere i bambini molto insieme, lasciarli parlare e ascoltarli, guidarli nei vari momenti della giornata, spiegando bene dove sono le cose e come si chiamano. Nota redazionale].
[Nota 2. Ottimi anche i lavori all'esterno: rastrellare, raccogliere fogliame, spazzare. È importante organizzare le attività con l'acqua fin dalla prima settimana (N.d.r.)].
[Nota 3. E così tutti gli altri giochi messi in principio. Meglio aspettare a tirare fuori i materiali sensoriali che metterli in esposizione accanto agli altri. (N.d.r.)].
[Da: Grazia Honegger Fresco, Il quaderno Montessori (estate 1997), Rubrica “star bene a scuola”].
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